La maglieria e il successo di Missoni
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L’inizio della storia della maglieria non ha una datazione certa, poiché è molto difficile distinguere se le notizie riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio.
Alcuni sostengono che Penelope, nell’Odissea di Omero, potesse disfare e rifare agevolmente la sua tela ogni giorno solo perché era lavorata a maglia e non tessuta.
In ogni caso intorno alla metà del 1500 questa lavorazione divenne molto importante in Inghilterra; qui i magliai artigiani si erano organizzati in corporazioni, con un preciso statuto, che prevedeva, tra le altre cose, un duro corso di apprendista della durata di tre anni.
Sotto il regno di Elisabetta I il settore si sviluppò tantissimo e la prima macchina per maglieria fu proprio inventata in Gran Bretagna dal reverendo Guglielmo Lee.
La maglia entrò nel mondo della moda a partire dagli anni ’40; prima di questo periodo, infatti, gli articoli di maglieria erano considerati capi tecnici in grado di offrire comodità, elasticità e aderenza ed erano indossati principalmente dagli sportivi.
Proprio producendo maglieria per lo sport Ottavio Missoni, promessa dell’atletica italiana, iniziò la sua attività diventando uno dei maggiori stilisti in grado di reinterpretare questa lavorazione.
Il debutto avvenne nelle sfilate di alta moda a Roma del 1961 dove colori, zig zag e righe iniziarono a essere riconosciuti come elementi caratteristici di Missoni.
Il suo successo fu anche dato dai cosiddetti “punti impazziti”, un modo diverso di realizzare i tessuti delle collezioni. Questo fu possibile grazie all’utilizzo di un macchinario senza aghi, senza limitazione di titoli, che produce le boccole di maglia e contemporaneamente inserisce delle trame, ottenendo tessuti con peso inferiore e con caratteristiche miste fra maglieria e tessitura.
La tecnologia utilizzata è simile a quella dei telai in catena, ma per la diversa concezione della struttura e delle finezze impiegate, il tessuto presenta delle caratteristiche particolari. Si tratta di un prodotto indemagliabile che può essere realizzato con o senza l’inserimento di trama, in una successione svariatissima d’intrecci che danno notevoli variazioni di effetto.
Ringraziamo Artex Biella, Botto Giuseppe, In.Co-Gruppo Ermenegildo Zegna e Maglificio Innocenti per averci fatto scoprire il mondo della maglieria durante le due settimane di stage!
mostra: Missoni, l’arte e il colore
The beginning of the knitting history has not a certain date, because it is very difficult to distinguish whether the news relates to work done on the knitting or the weaving.
Some argue that Penelope, in Homer's Odyssey, could easily undone and remodel his cloth everyday just because it was knitted and not woven.
However around the middle of the year 1500 this work became very important in England; here knit craftsmen were organized in corporations with a precise statute, which included, among other things, a hard training course of three years.
Under the reign of Elizabeth I, the industry developed a lot and the first knitting machine was invented in Britain by reverend Guglielmo Lee.
In the 40s the knitwear entered the world of fashion; before this period, knitting articles were considered technical garments that offered comfort, elasticity and adherence and were worn mainly by athletes.
While producing sports knitwear Ottavio Missoni, Italian athletic promise, started his activity becoming one of the major designers able to reinterpret this workmanship.
His debut took place in 1961 during a fashion show in Rome where colors, zigzags and rows began to be recognized as characteristic elements of Missoni.
His success was also attributed to the so-called "put together", a different way to produce the fabrics of the collections.
This was possible thanks to the use of a needle-free machine that produces knit bushings and simultaneously inserts textures, obtaining fabrics with lower weight and with mixed features between knitting and weaving.
The technology used is similar to that of a weaving loom, but for the different design of the structure and finishes used, the fabric has particular characteristics.
This is a product that can be undone, which can be made with or without the insertion of weft yarns, in a very varied succession of weaves that produce significant variations in effect.
We thank Artex Biella, Botto Giuseppe, In.Co-Gruppo Ermenegildo Zegna e Maglificio Innocenti for making us discover the world of knitwear during the two-week internship!