Discovering Cashmere in China
L’ultima tappa del tour è stata la Cina, iniziando da Pechino, dove Loro Piana ha una sede di rappresentanza dedicata alla gestione dei rapporti con i fornitori ed al controllo qualità del cashmere. L’azienda ha offerto ai masterini un approfondimento dettagliato sulla cura e la precisione del processo di produzione e acquisto del cashmere, oltre a mostrare la presenza del brand nel vivace mercato cinese.
Il viaggio è iniziato in Inner Mongolia, dove Loro Piana collabora con i suoi principali fornitori di cashmere.
Il processo inizia con la raccolta del cashmere grezzo proveniente sia dai loro allevamenti che da allevamenti terzi. La prima fase prevede una selezione inziale della fibra, noto come “sorting”, è un’attività eseguita manualmente, in cui le operatrici “aprono” delicatamente le fibre con le mani. In questa fase, rimuovono impurità come pezzi di paglia e una parte di sabbia. Questo procedimento permette di separare le fibre più pulite, destinate al “bianco per bianco”, dalle fibre più sporche utilizzate per il “bianco per colori” e, in alcuni casi per il “brown”.
Le fibre vengono poi sottoposte a diversi cicli di lavaggio con acqua calda e saponi per garantire una pulizia profonda ed efficace delle fibre.
Dopo il lavaggio, viene effettuato nuovamente il sorting per aprire ulteriormente le fibre e rimuovere eventuali residui rimasti.
Nel processo, le fibre vengono inoltre passate sotto a luci UV per identificare e rimuovere possibili contaminazioni da poliestere, provenienti dalle sacche utilizzate dai pastori per la raccolta del sucido, che potrebbero compromettere la tintura, poiché il poliestere non assorbe i colori.
Successivamente, si procede con la dejarratura, un processo accurato e ripetuto più volte con macchinari specializzati. Questa operazione permette di separare la fibra fine, dalla fibra più grossolana proveniente dal manto esterno e non adatta ai processi successivi.
L’obiettivo della dejarratura è di eliminare il più possibile le jarre ed altre impurità dalla fibra. Durante questa lavorazione, inizialmente si ottiene la fibra lunga, che viene poi ripassata in macchina più volte per estrarre le fibre più corte nei passaggi successivi, offrendo buoni risultati in termini di pulizia.
Le jarre e le fibre più grossolane non vengono sprecate dagli ejarratori, queste possono essere utilizzate per creare vari articoli come pennelli e imbottiture. Questo approccio assicura un utilizzo completo delle risorse, minimizzando gli sprechi e promuovendo la sostenibilità nell’uso delle fibre di cashmere.
Dopo la visita in Inner Mongolia, un’ultima tappa a Pechino ha consolidato le conoscenze acquisite sul processo di acquisto del cashmere ed il gruppo ha avuto l’opportunità di vedere in prima persona i laboratori di Loro Piana. Qui, la verifica dei campioni di cashmere è essenziale, valutando lunghezza delle fibre, impurità, peli neri e micronaggio.
Discovering Cashmere in China
The last stop on the tour was China, starting in Beijing, where Loro Piana has a representative office dedicated to managing relations with suppliers and quality control of cashmere. The company offered the masterini a detailed insight into the care and precision of the cashmere production and purchasing process, as well as showing the brand's presence in the vibrant Chinese market.
The journey began in Inner Mongolia, where Loro Piana works with its main cashmere suppliers.
The process begins with the collection of raw cashmere from both their own and third-party cashmere farms. The first stage involves an initial selection of the fibre, known as ‘sorting’, an activity performed manually, in which the workers gently ‘open’ the fibres with their hands. In this step, they remove impurities such as pieces of straw and some sand. This process separates the cleaner fibres, intended for ‘white for white’, from the dirtier fibres used for ‘white for colour’ and in some cases for ‘brown’.
The fibres are then subjected to several washing cycles with hot water and soaps to ensure deep and effective cleaning of the fibres.
After washing, sorting is carried out again to further open the fibres and remove any remaining residues.
In the process, the fibres are also passed under UV lights to identify and remove possible polyester contamination from the sacks used by shepherds to collect sucide, which could compromise the dyeing, as polyester does not absorb colours.
Next, we proceed with dehairing, an accurate process repeated several times with specialised machinery. This operation separates the fine fibre from the coarser fibre coming from the outer coat and unsuitable for subsequent processes.
The objective of dehairing is to remove as much as possible of the jarre and other impurities from the fibre. During this process, the long fibre is initially obtained, which is then passed through the machine several times to extract the shorter fibres in subsequent passes, giving good cleaning results.
The jarre and coarser fibres are not wasted by the ejarrators, these can be used to create various items such as brushes and padding. This approach ensures full utilisation of resources, minimising waste and promoting sustainability in the use of cashmere fibres.
After the visit to Inner Mongolia, a final stop in Beijing consolidated the knowledge gained about the cashmere purchasing process and the group had the opportunity to see the Loro Piana workshops first-hand. Here, the testing of cashmere samples is essential, assessing fibre length, impurities, black hairs and micronage.
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