Storia del Jersey: dalle reti dei pescatori al prêt à porter, passando per lo sportswear
Con molta probabilità la tecnica di lavorazione della maglia affonda le proprie radici nel neolitico, ed è quindi anche più antica della tessitura.
Uno dei primi cenni storici riguardanti la maglieria possiamo ritrovarlo nel Vangelo, dove la tunica di Cristo viene descritta come un capo: "d'un pezzo, senza cuciture, tessuto senza interruzioni da cima a fondo ".
Antichi mosaici romani raffigurano donne che indossano bikini realizzati a maglia, anche le cotte che proteggevano i gladiatori durante i combattimenti presentavano la stessa composizione.
Sono stati rinvenuti manufatti tessili a maglia risalenti al IV e V secolo d.C. a Bahsana, in Egitto. In quel periodo si sviluppano vari punti di maglia, che venivano eseguiti con lana grossa, non ritorta e non tinta raffiguranti disegni simbolici.
La maglia si diffonde anche in Irlanda, quando gli Egizi, in fuga dagli Arabi, vengono in contatto con i pescatori irlandesi. A questi ultimi vengono insegnate le tecniche di lavorazione impiegate per creare maglioni raffiguranti gli stemmi dei Clan di appartenenza. In Gran Bretagna si diffonde, invece, grazie ad un dono inviato dai lavoratori dell'isola di Jersey ad Elisabetta I di Inghilterra. È in questo periodo che William Lee sviluppa la prima macchina in grado di svolgere il lavoro a maglia prima affidato ad abili magliai. Purtroppo, però, non troverà subito una grande diffusione a causa della volontà della sovrana di mantenere il lavoro a maglia manuale, visto come uno dei mezzi per sconfiggere la povertà.
È solo alla fine del secolo che, grazie al progresso tecnico, si diffondono altri macchinari per maglieria nell'area di Nottingham. Nello stesso periodo, i francesi, mossi dalla volontà di realizzare macchinari simili a quelli inglesi, inviano i loro tecnici in Inghilterra per scoprirne i segreti di produzione.
Si deve al francese Joseph - Marie Jacquard l'invenzione di un macchinario in grado di utilizzare più colori contemporaneamente rispetto a quelli già presenti sul mercato.
Nella metà del 600, a Vienna, si divulga la moda di infilare delle perline nel cotone bianco per creare dei disegni. Negli anni '20 saranno le stiliste Elsa Schiaparelli e Cocò Chanel a vestire le donne con abiti in jersey. Con la diffusione dell'abbigliamento sportivo la maglia farà la sua fortuna, essendo il tessuto più adatto alle vestibilità morbide.
Negli anni '30 la maglieria Made in Italy si diffonde nel mondo grazie alle innovazioni tecnologiche che consentono di realizzare un prodotto riconoscibile sul mercato. Negli anni '60 la maglieria conosce uno sviluppo esponenziale, diventando la protagonista della moda. Sono questi gli anni in cui Benetton decide di realizzare maglioni di ispirazione irlandese.
La famiglia italiana che più di tutti ha fatto della maglieria la sua fortuna è senza dubbio Missoni. Iniziando dallo sport, Ottavio Missoni reinterpreta la lavorazione a maglia e crea uno stile unico e riconoscibile. Il suo debutto avviene nel 1961, a Roma, e il suo successo si deve all'utilizzo di vari colori, degli zig Zag e delle righe, e soprattutto dei cosiddetti "punti impazziti " che si ottengono con l'impiego di un macchinario privo di aghi, con la caratteristica di non avere limitazioni di titoli e con la capacità di contemporaneamente produrre boccole di maglia e di inserire trame. I tessuti ottenuti risultano cosi essere più leggeri e con caratteristiche ibride della maglieria e della tessitura.
Il termine inglese knitting (maglieria) deriva etimologicamente dall'anglosassone ketten che a sua volta sembra originare dal sanscrito "nahiat" , che significava sia lavoro a maglia che rete all'uncinetto. La zona di origine del lavoro a maglia sembra essere proprio quella indo-europea, dove sono stati ritrovati in primi reperti.
Grazie all'avanzamento tecnologico con i telai e le macchine di maglia è possibile ottenere una quantità infinita di punti e di lavorazioni. Se nel passato il jersey era utilizzato prevalentemente per realizzare articoli sportivi, oggi ha un impiego totalmente trasversale: dagli abiti da uomo alle scarpe, dagli accessori al settore edile e medico/sanitario. Le lavorazioni a maglia registrano un trend in continua crescita ed è possibile ritrovarla in tutte le collezioni di moda: dai brand di lusso al fast fashion, passando per gli accessori.
Anche quest'anno il Biella Master ci ha dato la possibilità di svolgere uno stage di due settimane presso prestigiose realtà del settore, dove abbiamo avuto modo di vedere il funzionamento di macchine e telai circolari e rettilinei.
Ringraziamo le aziende che ci hanno ospitato, facendoci vivere questa incredibile esperienza:
Artemoda
Ermenegildo Zegna
Loro Piana
Maglificio Maggia
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